MUFFA: L'IMPORTANZA DI TENERE IN EQUILIBRIO IL MICROCLIMA DELLE ABITAZIONI

Andare oltre.......la materia per raggiungere il miglior comfort abitativo prestando attenzione alle variazioni del microclima nelle nostre case.

Il microclima è un “complesso di parametri ambientali che condizionano lo scambio termico soggetto-ambiente”. All'interno di un'abitazione è l'elemento fondamentale che concorre a garantire benessere fisiologico. La sua alterazione può comportare la formazione di muffe che causano seri problemi di salute soprattutto in bambini, anziani e soggetti fragili.

Per creare un microclima ideale, bisogna considerare una serie di fattori, come la ventilazione, l’umidità e la temperatura degli ambienti. Una temperatura di progetto ottimale non garantisce un buon microclima se non si ha un'idonea umidità dell'aria. L'umidità dell’aria troppo alta all'interno di un locale altera la traspirazione e gli scambi termici. Se la percentuale di umidità presente nell'aria supera una certa soglia, essa si condensa nei punti più freddi della casa, nell'intersezione trave-pilastro, dietro un armadio, negli angoli, ossia sulle superfici con la temperatura più bassa, creando le condizioni per il proliferare della muffa. Le cause sono quindi dovute a:

·        scarsa ventilazione;

·        insufficiente isolamento termico;

·        mancata esposizione alla luce solare;

·        inadeguata manutenzione;

·        errori progettuali dell’isolamento;

·        interventi costruttivi sbagliati che generano ponti termici.

In tempi recenti usufruendo degli incentivi statali per l'efficientamento energetico molti edifici sono stati ristrutturati con l'installazione del cappotto termico e la sostituzione degli infissi. L'obiettivo è ridurre le dispersioni di calore e risparmiare sul consumo energetico per scaldare e rinfrescare gli ambienti, ma questo tipo di intervento prima di essere intrapreso in vecchi edifici dovrebbe tenere in considerazione vari tipi di fattori in quanto si determina un cambiamento radicale del microclima interno. Ad esempio, applicare pannelli di polistirene, all’esterno di un muro vecchio e umido, significa imprigionarne l’umidità. Non potendo evaporare, questa migra verso l’interno del muro o del cappotto. Il risultato sono intonaci interni che si sgretolano, umidità che fuoriesce tra i giunti dei pannelli e dal rivestimento, condensa all’interno del cappotto, ecc.

Problematiche simili si riscontrano anche dopo la sostituzione degli infissi in quanto anche questo è un intervento che altera l’ecosistema domestico. I vecchi serramenti con vetri sottili, con i loro spifferi e la scarsa tenuta termica, garantiscono un naturale ricambio dell’aria e una ventilazione che invece viene impedita dagli infissi di ultima generazione ad alta tenuta. E' facile intuire che ciò comporta una forte alterazione del microclima interno che se non associato a maggiori ricambi d'aria comporta un aumento dell'umidità interna e di conseguenza si crea condensa che aiuta il proliferare della muffa.

La scarsa ventilazione, dunque, è una delle cause più banali che può essere in parte risolta in modo molto semplice dotando l'ambiente un igrometro che misura la percentuale di umidità presente nell'aria e superato un certo valore ci indicherà di aprire le finestre per assicurare un ricambio d'aria, che durerà finché la percentuale di umidità non si stabilizza al valore desiderato. Questa più che una soluzione progettuale per combattere la muffa costituisce una buona norma da seguire in ogni caso e che aiuta a prevenirne la formazione soprattutto se associata all'utilizzo sulle pareti di finiture traspiranti. Non può essere considerata una soluzione progettuale in quanto presenta dei limiti per la dispersione del calore o del fresco in base alla stagione, causa quindi un dispendio energetico, e per l'impossibilità di controllare l'ambiente quando si è fuori casa e la notte. Se invece cerchiamo una soluzione progettuale più risolutiva potremmo pensare ad installare un impianto di ventilazione meccanica controllata che forza il ricambio di aria negli ambienti e agisce sulla regolazione dell’umidità interna prevenendo così la formazione di condense e muffe e allo stesso tempo opera un filtraggio da pollini, allergeni e altre sostanze inquinanti rendendo la qualità dell'aria all'interno degli ambienti più salubre.

Per contrastare il proliferare di muffe si può intervenire direttamente sulla parete interessata:

·        con pannelli antimuffa per interni in fibre naturali;

·        tinteggiando con pittura termoisolante o con pittura antimuffa.

Nel caso si opti a sanare le pareti colpite dalla muffa con una pittura specifica è fondamentale prima di procedere alla tinteggiatura pulire e disinfettare la parete con appositi biocidi antimuffa. Si consideri che la pittura termoisolante è arricchita da microsfere con potere isolante. È quindi in grado di coibentare gli ambienti. Permette di isolare con pochissimi millimetri di spessore e con appena 2 o 3 mani di prodotto. La pittura antimuffa, invece, è una normale vernice traspirante a cui è stato aggiunto un biocida, ovvero un principio attivo che uccide i microorganismi presenti sui muri, ma non permette alcun isolamento termico. La sua funzione è quella di disinfettare il muro da eventuali spore e funghi presenti sulle superfici murarie, dare colore e permettergli di traspirare.

Gli interventi per ovviare al problema della muffa sono molteplici e per scegliere quale utilizzare bisogna fare un'attenta valutazione preliminare per determinarne le cause, in base ad esse ed al tipo di sistema costruttivo dell'immobile si potrà progettare l'intervento migliore atto a eliminare ed a prevenire la formazione delle muffe al fine di garantire un microclima interno ottimale.


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