IL BONUS RISTRUTTURAZIONE 50%

 ....un incentivo per ammodernare le nostre case. Ma in che modalità conviene detrarre il credito di imposta?

Nel momento in cui si decide di ristrutturare casa la prima cosa a cui si pensa è alla possibilità di poter detrarre una parte della spesa sul credito di imposta, visto che gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati in immobili residenziali possono beneficiare di un'agevolazione fiscale, nota come BONUS RISTUTTURAZIONE 50%. Si tratta di una detrazione irpef del 50% sulla spesa sostenuta applicabile fino a un tetto massimo di 96000 €. Pertanto, se per ristrutturare un immobile si sostiene una spesa massima di 96000 € sarà possibile detrarre dall'irpef che annualmente si versa la metà di questa cifra ossia un massimo di 48000 € e sarà possibile farlo spalmando la cifra da detrarre in 10 anni.

Tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato, possono usufruire di questa agevolazione fiscale.

Oltre ai proprietari degli immobili, anche i titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese possono detrarre il 50% delle spese sostenute dal proprio irpef si tratta di: titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie) locatari o comodatari, soci di cooperative divise e indivise, imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali; il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado), il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge, il componente dell’unione civile, il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.

Attualmente è possibile usufruire di questa detrazione in tre modalità:

  • in fase di dichiarazione dei redditi, con la presentazione del modello 730 o del modello Unico all'Agenzia delle entrate. L’importo detraibile, in tal caso, sarà suddiviso in 10 quote annuali e ogni anno si detrarrà una quota dal pagamento delle tasse;
  • con sconto in fattura operato da chi effettua i lavori;
  • con cessione del credito ad un istituto bancario o finanziario.

Il modo più conveniente senza dubbio è quello di detrarre la spesa dal proprio irpef perchè in tal modo è possibile detrarre il reale 50% della spesa sostenuta. Se invece, si opta per lo sconto in fattura ci saranno delle spese aggiuntive da sostenere come il visto di conformità, l'asseverazione dei prezzi e le spese di istruttoria che di solito vengono calcolate in quota percentuale rispetto l'importo dei lavori. Allo stesso modo, la cessione del credito a un istituto bancario o finanziario, comporta spese di asseverazione, apertura e chiusura pratica, commissioni bancarie, ecc. Quindi optando per lo sconto in fattura o per la cessione del credito si perde una quota percentuale della detrazione che non sarà più del 50% ma leggermente inferiore. Questa perdita viene compensata dal vantaggio che chi ristruttura non deve anticipare la somma che può detrarre, parte della spesa viene anticipata da un altro soggetto che però ovviamente deve avere una convenienza economica nel farlo, senza un tornaconto nessuno si esporrebbe ad anticipare soldi per qualcun'altro.

Per comprendere meglio il concetto possiamo simulare un esempio di spesa per una ristrutturazione:

Ø  Optando per la detrazione diretta sulla dichiarazione dei redditi suddivisa in 10 quote annuali uguali avremo:

Costo lavori edili + costo finiture (pavimenti, rivestimenti, sanitari, porte, finestre) + costo progettazione, direzione lavori, e pratiche amministrative edilizie (CILA, SCIA ecc.) = tot euro di cui il 50% si detrae in 10 quote annuali

Ø  Optando per lo sconto in fattura o la cessione del credito, avremo:

Costo lavori edili + costo finiture (pavimenti, rivestimenti, sanitari, porte, finestre) + costo asseverazione dei prezzi e nomina asseveratore + costo visto di conformità = tot euro con sconto diretto del 50% o cessione del credito a cui però bisogna aggiungere:

costo progettazione, direzione lavori, e pratiche amministrative edilizie (CILA, SCIA ecc.) il cui 50% è detraibile subito con sconto in fattura o cessione del credito, o in 10 anni nel caso in cui l'impresa effettua lo sconto in fattura, ma il professionista invece no + costo di spese di gestione pratica applicato dall'impresa per detrazione bonus ristrutturazione + eventuali commissioni bancarie per la cessione del credito che sono oneri non detraibili.

Comparando le tre ipotesi, dunque, sembra che sia preferibile optare per la detrazione fiscale diretta sui propri redditi, in modo da usufruire del massimo risparmio, anche se dilazionato nel tempo, ma ovviamente se non si ha liquidità sufficiente a coprire tutta la spesa lo sconto diretto in fattura e la cessione del credito rappresentano delle ottime opportunità da valutare per poter ristrutturare l'immobile.


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