LA BIOARCHITETTURA: SCEGLIERE DI RISTRUTTURARE IN MODO SOSTENIBILE
Il punto di partenza di "Oltre l'architettura..." è una riflessione su cosa eticamente dovrebbe significare creare spazi fruibili ai fini dei bisogni umani.
Il
primo dei bisogni umani che mi piace tenere a mente è la necessità di vivere in
un ambiente sano ed accogliente.
Per
molto tempo nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni edilizie l'attenzione
si è concentrata sull'offrire alle persone delle case belle, comode e
funzionali, proponendo l'utilizzo dei materiali industriali più disparati di
alta qualità estetica, resistenti all'usura, con sfumature di colore sempre più
innovative e che rispondessero principalmente ad una caratteristica essenziale:
un ottimo rapporto qualità-prezzo. Ormai però è noto a chiunque che ciò ha contribuito
allo sfruttamento smisurato delle risorse energetiche del nostro pianeta e
l'utilizzo di molti materiali costruttivi ha addirittura causato la morte di
migliaia di persone.
Fortunatamente
oggi si è più sensibili alla salute umana e al rispetto dell'ambiente e si punta
sul risparmio energetico dell'edificio e sull'utilizzo dei materiali sostenibili.
Nelle
nostre abitazioni un inquinante chimico comune e molto diffuso è la formaldeide,
inserita nell'elenco delle sostanze considerate cancerogene per la specie
umana, che costituisce l'elemento base di alcune colle utilizzate ad esempio
nei mobili in legno truciolato, nei pannelli isolanti e, in passato, anche
nelle colle per tappezzerie.
Oltre alla formaldeide, nelle vernici che ricoprono mobili, nelle colle per
parquet, negli arredi e talvolta anche pareti, sono presenti anche altri
solventi e sostanze organiche volatili (benzene, etilbenzene, toluene),
riconosciuti come cancerogeni, che hanno la capacità di evaporare facilmente
nell’aria a temperatura ambiente. In alcuni tessuti e rivestimenti sintetici
sono presenti dei polimeri che nel tempo si degradano, emettendo sostanze
inquinanti, seppure in piccole quantità. Possiamo ancora citare i policlorobifenili
(PCB) contenuti nei prodotti isolanti; i clorofenoli, i piretroidi nei preservanti
del legno e delle tappezzerie e cosi via. Elencarli tutti richiederebbe molto
tempo, ma vi garantisco che le sostanze nocive con cui quotidianamente siamo in
contatto nelle nostre case sono molteplici.
Oltre
agli agenti chimici descritti, all'interno delle abitazioni spesso si trovano anche
agenti biologici inquinanti come le muffe che possono proliferare a causa di un
microclima non adeguato, e ancora agenti fisici di cui fanno parte il rumore,
le vibrazioni, l'inquinamento luminoso, i campi elettromagnetici, le radiazioni
ultraviolette e le radiazioni ionizzanti e l'inquinamento da radon.
I
campi elettromagnetici, ad esempio, spesso vengono sottovalutati, ma si generano
facilmente attraverso le emissioni di cordless, router wi-fi e telefoni
cellulari, e incidono sui ritmi biologici soprattutto nei bambini, riducendo la
quantità nell'organismo di un ormone regolatore del sonno come la melatonina.
La
maggior parte del patrimonio edilizio italiano è stato costruito con materiali
tutt'altro che sostenibili, soprattutto dal punto di vista delle emissioni.
Fino ad un certo punto della nostra storia non ci siamo posti assolutamente il
problema che un materiale da costruzione potesse essere tossico e nuocere alla
salute di chi passa molto tempo a contatto con esso. Oggi però abbiamo la
consapevolezza che le nostre case sono inquinate. Non abbiamo una bacchetta
magica che ci permette di tornare indietro, né possiamo avere la presunzione di
rendere tutti gli edifici costruiti prima di un certa epoca sostenibili, ma
possiamo però puntare sulle ristrutturazioni per rendere le nostre abitazioni più
salubri riducendo al minimo gli inquinanti all'interno di esse e migliorandone
le capacità di risparmio energetico.
Le
case periodicamente hanno bisogno di essere ristrutturate ed adeguate alle
nuove esigenze di chi le vive, dunque, nel momento in cui si decide di intervenire
in questo senso sulla propria abitazione bisognerebbe cogliere l'occasione per
farlo in modo ecosostenibile scegliendo materiali naturali e biocompatibili,
rivedendo gli impianti energetici ed idrici per ridurre al minimo i consumi.
Applicare
la bioarchitettura alle ristrutturazioni non solo è possibile, ma dovrebbe
divenire la prassi, principalmente perché significa migliorare la qualità della
vita dentro casa oltre ad essere uno dei tasselli che contribuiscono a ridurre
l'inquinamento globale.
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